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CALCIO / «Con Giampiero Boniperti il vero stile Juventus»

I ricordi di Paolo Paoloni presidente del Club Juve Jesi 2 stelle. L’incontro a Portonovo il 28 marzo 1993 presente anche Aldo Mancini

JESI, 20 giugno 2021 – La morte di Giampiero Boniperti è una di quelle notizie che tutti i tifosi di calcio, juventini e non, non avrebbero mai voluto apprendere.

Boniperti giocò nella Juventus, in un tridente con Charles e Sivori, e nella Nazionale italiana: da calciatore si ritirò con lo scudetto vinto nel 1961. Dieci anni dopo divenne Presidente della Juventus ed il club ha continuato a vincere scudetti.

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Paolo Paoloni, presidente dal 1984 del “Club Juve Jesi 2 stelle”, ha conosciuto personalmente Boniperti. “E’ stato insieme a Roberto Bettega colui che ha voluto far nascere il centro coordinamento club. La prima volta che l’ho incontrato, quando Bettega lo costituì chiamando tutti i responsabili regionali, mi hanno voluto responsabile delle Marche. In quell’occasione a Torino ho incrociato Boniperti creandomi subito una certa emozione. La seconda volta fu alla presentazione della Juve Centus, una festa alla quale ero stato invitato sempre come responsabile regionale Marche, ed in quella occasione Boniperti mi regalò anche una dedica”.

Raccontaci un aneddoto: “Per l’occasione andai a Torino, sicuro di averlo incontrato, anche se sapevo molto schivo a queste occasioni. Mi ero portato tre o quattro libri, storici e fotografici, che parlavano della Juventus e di lui in particolare. Sono riuscito a farmeli autografare e gli dissi: Presidente sarò contento di altri autografi quando avrà l’occasione di scendere nelle Marche”.

E l’occasione arrivò? “Quando la Juventus venne in Ancona, gara di campionato in serie A (28 marzo 1993, 0-1 gol di Julio Cesar; ndr), la squadra andò in ritiro al Fortino Napoleonico a Portonovo. Fui ospitato e con me c’era Aldo Mancini che volle venire per salutare Vialli. Arrivammo prima di cena: la squadra da una parte, i dirigenti da un’altra. Boniperti dopo aver passato una ‘ciga’, in maniera formale ma molto diretta, a Di Canio perché indossava una sciarpa griffata ‘burberry’, bellissima ma che non aveva nulla a che fare con i colori bianconeri,  regalatagli da alcuni suoi fan, ci invitò a cena al suo tavolo. C’era anche il figlio Giampaolo e Trapattoni. Nel discutere, tra le varie cose, evidenziò il fatto di come la nostra regione fosse di gran lunga juventina. Mi impressionò comunque la sua classe, lo stile, non amava la confusione, gli piaceva la formalità ed il senso del rispetto. Una persona intelligente con una risposta sempre pronta ed arguta. Poteva sembrare a volte un presuntuoso ma aveva il rispetto delle cose”.

Altra occasione di incontro? “Invitato dalla società ho fatto parte, sempre come presidente regionale di un club, della scenografia dell’inaugurazione dello Juventus Stadium nel settembre 2011. Noi presidenti portavamo le Coppe vinte ed io personalmente avevo quella vinta a Basilea contro il Porto nel 1984 (2-1 con reti di Vignola e Boniek; ndr). Ci fu un indimenticabile discorso di Del Piero e Boniperti, una sorta di passaggio tra due delle bandiere più rappresentative della storia della Juventus”.

L’ultimo tuo incontro con il Presidente?In occasione di uno Juventus – Chievo ci fu una sorta di terzo tempo. Si ricordò di me e mi disse: nelle Marche tifate sempre Juventus?

Se per il tuo libro “La mia prima volta” lo avessi avuto come testimone cosa pensi che ti avrebbe raccontato? “Lui diceva spesso che la Juventus era il sogno da realizzare da bambino. Sognava insomma da bambino di indossare quella maglia anche per una sola volta”.

Evasio Santoni

©RIPRODUZIONE RISERVATA

le foto sono state messe a disposizione da Paolo Paoloni

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