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Calcio

CALCIO AMARCORD / Modena, 6 giugno 1982: una data storica per la Vigor e Senigallia

Una delusione enorme per lo spareggio perso con la Mestrina, ma pure un esodo senza eguali. Il ricordo di chi c’era

SENIGALLIA, 3 Maggio 2021 Parlare di Modena, e del 6 giugno 1982, per tutti i tifosi vigorini, anche coloro che allora nemmeno erano nati, significa parlare di qualcosa di mitico, per cui avere nostalgia anche se non lo si fosse nemmeno vissuto in prima persona.

Tifosi vigorini a Modena per lo spareggio

Ma forse non è così soltanto per i tifosi rossoblù: perché rievocare quel 6 giugno 1982 quando la Vigor giocò e perse, a Modena, lo spareggio per una promozione in serie C1 che non sarebbe mai più stata raggiunta, significa parlare del più grande esodo compiuto nella storia della Spiaggia di Velluto, non soltanto per un evento sportivo.

Treni speciali, auto, autobus, per migliaia di senigalliesi: quanti, di preciso, nemmeno lo si sa – capita dove realtà e leggenda si confondono nella polvere del tempo – ma di certo quel giorno e quel luogo, per la Senigallia sportiva e non, rappresentarono uno spartiacque, tra quello che era e quello che non sarebbe più stato; e forse ancor più tra ciò che avrebbe potuto essere, ma non è stato.

La Vigor, dopo un campionato in testa a battagliare verso la terza promozione consecutiva con Anconitana e Mestrina, ebbe un calo per poi agganciare proprio i veneti a Senigallia a 7 giorni dallo spareggio, battendoli nettamente nell’ultima di campionato in un Comunale gremito da 7.000 spettatori, mentre l’Anconitana festeggiava la C1: le scritte nei pressi dello stadio dei tifosi mestrini al seguito (Mes3) sono rimaste per anni, a ricordare quel giorno e quel momento, che fece sentire la città a un passo dalla C1.

7 giorni dopo, nello spareggio di Modena tra le due squadre che avevano chiuso appaiate dietro l’Anconitana, andò male, per un gol di Zanotto, uno sconosciuto agli stessi tifosi mestrini, che segnò in zona Cesarini, nemmeno volesse fare un omaggio al mitico Renato, che a Senigallia era nato e nella Vigor aveva giocato.

Sono passati quasi 40 anni, ma nella mente dei protagonisti il ricordo di quel giorno è indelebile.

“Per me dovevano salire in C1 Vigor Senigallia e Mestrina – sottolinea Giorgio Rumignani, allenatore dei venetiAd Ancona perdemmo una partita decisiva 2-1 nel recupero dopo essere rimasti in vantaggio fino al 90’ e non fu affatto giusto.  A Senigallia all’ultima giornata perdemmo 3-0 e fummo agganciati dalla Vigor, ma già sul pullman del ritorno pensavamo allo spareggio. Zanotto? Dopo quel gol che tutti a Mestre e Senigallia ricordano, per opposti motivi ovviamente, ha avuto una carriera solo nei campionati minori regionali veneti”.

Stefano Fabbri, romagnolo, era il capitano di quella Vigor: “venni alla Vigor nel 1980 portato dal diesse Piero Angelucci. Vincemmo subito la Dricorda il liberoLa squadra era già forte, poi arrivò il diesse Vittorio Galigani e facemmo da neopromossi una grande stagione di C2: eravamo un gruppo vero, con alcuni compagni mi sento ancora. Ricordi splendidi, con la triade (Urlietti, Manfredi, Vignoli) molto vicina alla squadra. E Vignoli era davvero una figura mitica: anche noi giocatori ascoltavamo le sue interviste alla radio”.

“Rimane il rammarico di non aver dato a un pubblico meraviglioso la soddisfazione che avrebbe meritato – continuaSenigallia è bellissima e ha una grande tifoseria: era impressionante guardare lo stadio dal campo, ci si chiedeva come si fosse riusciti a trovare il posto per fare entrare tutta la gente vista in partite come quelle contro Mestrina e Anconitana”.

“A Modena ci è venuto il braccino, per usare un termine tennistico, ma posso assicurare che abbiamo dato tutto”, garantisce Fabbri, rispondendo alla voce, che circola da allora ma senza alcun reale fondamento, di una Vigor che non potesse permettersi i costi di una serie C1.

Claudio Cappelli, centrocampista romano, era uno dei giocatori di maggior talento di quella Vigor: “ma il mio grande rimpianto è proprio quello di aver perso e non aver giocato lo spareggioammette Mister Rocchi mi preferiva Bettelli, e fu così per tutta l’annata 1981-82 dopo una grande stagione 1980-81, tra le mie più belle. Bettelli a Modena si fece male in uno scontro di gioco, ma il mister fece entrare Pezzuoli: ancora oggi, mi chiedo perché”.

Una domanda che si è fatto spesso anche Bruno Del Pelo, abruzzese, nelle Marche grande protagonista pure col Fano: “nel 3-0 contro la Mestrina di 7 giorni prima avevo segnato e quando seppi che non avrei giocato lo spareggio ci rimasi molto maleammette l’attaccanteMa quel periodo alla Vigor resta stupendo: per un problema a un occhio, dopo una pallonata, ero praticamente reduce da due anni di stop. Alla Vigor fui accolto alla grande, in particolare dal segretario Minardi. E a Jesi, nel derby del 1981-82, segnai il gol di testa più bello della mia carriera.

Del Pelo gol di testa a Jesi

 

Conservo ricordi emozionanti pure del massaggiatore Maggiorino Marchetti, una persona speciale, di “Ciro” D’Amico (scomparso nel 2008), con cui giocai non alla Vigor ma al Fano e all’Aquila e di “Gigi” Di Gregorio (a cui oggi è intitolato lo stadio di Montemarciano, portiere della Vigor promossa in C2 nel 1981, scomparso prematuramente): un ragazzo d’oro e sfortunato, che faceva gruppo, a cui era davvero impossibile non volere bene”.

Il bomber di quella Vigor era il ventenne Roberto Ennas, che ricorda dalla sua Sardegna: “venni quasi per caso. Pur sardo, ero cresciuto nel Como. Avevo 20 anni, fu il mio unico campionato a Senigallia ma come dimenticarlo? Segnai nel derby al Comunale contro l’Anconitana, poi pareggiò Zandegù. Sentii davvero di aver reso felice una città intera”.

Franco Poeti, allora men che ventenne, era uno dei capi della curva: a distanza di 39 anni l’amarezza per la sconfitta che avrebbe potuto cambiare la storia della Vigor – che invece appena 3 anni dopo, nel 1985, avrebbe abbandonato i professionisti per inadempienze finanziarie senza più ritornarvi – è superata dall’emozione per quella che “fu comunque una grande giornata, anzi, una grande settimana: una preparazione di giorni per organizzare la trasferta e raggiungere Modena con ogni mezzo”.

Luca Pagliari, giornalista, a Modena c’era invece come giovanissimo radiocronista e oggi evidenzia: “fu davvero una giornata straordinaria ed epocale. La città, così, non si era mai vista: così entusiasta ed unita, per tifare Vigor, una splendida ragazza che per noi non è mai invecchiata”.

E allora è bello, nell’anno del centenario vigorino e del covid – che migliaia di tifosi tiene forzatamente lontani dagli stadi –  pensare che un’altra Modena da tramandare ai posteri in un futuro non troppo lontano possa di nuovo esserci.

E stavolta senza uno Zanotto qualsiasi a spezzare l’incantesimo di una città.

Andrea Pongetti

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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