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Jesina / Stagione che rischia di diventare come una delle più deludenti

I leoncelli, una non-squadra. Mistura, Perri, Lucarini ed anche Moretti: quali alternative, a parte Iori. Bisogna continuare a credere nel progetto Chiariotti-Pieralisi

JESI, 28 marzo 2023 – Quando si dice che il calcio è semplice si sta dalla parte della ragione.

E’ semplice, ad esempio, capire quando una squadra non è squadra.

La Jesina lo scorso anno era una squadra, che non giocava proprio bene, o meglio c’erano avversarie che giocavano meglio dei leoncelli, ma nei momenti di difficoltà usciva le caratteristiche, oltre che dei singoli, anche di un gruppo ed i risultati sono arrivati.

Sin dall’inizio di questa stagione, dopo le partenze di Mistura, Moretti, Lucarini e Perri, si era capito delle difficoltà dei leoncelli. Le lacune della squadra in campo le abbiamo scritte in tempi non sospetti: era il 19 settembre 2022, dopo le prime partite di Coppa Italia e la prima di campionato.

Già si notava ciò che non andava e c’era tempo per intervenire. In alcuni momenti, a far sembrare la Jesina una squadra, e mascherare la situazione, sono state le giocate individuali, gli episodi, o una sorta di ribellione come le due vittorie contro il Fossombrone o il 3-0 in casa ai danni del Montefano.

Anche quando la società ha compiuto il massimo sforzo economico tesserando Lion Giovannini ci siano espressi in maniera scettica perché pensavamo e pensiamo che le caratteristiche del giocatore, seppur capace, non erano quelle adatte per far fare il salto di qualità alla squadra: scripta manent.

Per non parlare poi dei tanti infortuni, molti dei quali tutti nello stesso periodo, ed anche di lungo corso, oltre alla rinuncia, sempre per infortunio, dell’under Orlietti.

Sono le non-squadre, chiamiamole così, a prendere sempre gol, anche e soprattutto da avversari inferiori per mezzi e blasone: Chiesanuova (4-1), Marina (1-1), P.S.Elpidio (2-1), Maceratese (3-1), Sangiustese (3-1). Come, ad esempio, i risultati sofferti nel girone d’andata, in casa, contro Castelfidardo e P.S.Elpidio: due vittorie ma prestazioni non all’altezza del risultato finale.

Le non-squadre si muovono male in campo, non tengono le distanze, non sanno dove sono i compagni, sbuffano invece di reagire, si gioca a portare palla o a tirarla lunga in avanti, presentano comportamenti imperfetti, di indecisione ed imprecisione. A volte a mascherare tutto è la giocata del singolo ma il concetto rimane.

Se spesso le cose vanno storte, dunque, non può essere solo colpa del singolo o dell’allenatore di turno. Le responsabilità sono di tutti.

Quando la squadra è stata costruita ci sarà stato sicuramente unità di visione tra dirigenza e staff tecnico: non può essere altrimenti. Quando nell’apertura dei trasferimenti a dicembre non si è fatto nulla, ci sarà stato sicuramente unità di visione tra dirigenza e staff tecnico. Quando è stato preso Lion Giovannini ci sarà stato sicuramente unità di visione tra dirigenza e staff tecnico.

Adesso siamo a tre giornate dalla fine ed anche i play off sono distanti pur se matematicamente ancora raggiungibili. Il problema non è centrarli ma cosa succederà poi, parlando di programmazione futura. Ammesso e non concesso, non si sa mai nel calcio, che la Jesina riuscisse a centrare i play off e giocarli pure con risultati convincenti, che annullerebbero di colpo tutti i discorsi di questo momento, la situazione non cambia.

Perché, volenti o nolenti, visto l’andamento del campionato, ci sarà poco da salvare e si dovrà ricominciare, purtroppo, con una nuova fase.

Noi non crediamo al concetto che la società non vuol vincere: non abbiamo mai visto mettere in piedi un progetto imprenditoriale, perché sempre si tratta seppur nell’ambito sportivo, per essere perdente.

Il progetto Chiariotti-Pieralisi di centrare la serie D in tre anni è partito, purtroppo, col piede sbagliato. I risultati del campo lasciano presagire che ci sarà tanto da fare e da cambiare.

E come tutte le cose che si rispettano serve investire prima in organizzazione e poi costruire lo staff tecnico e la squadra. Quela stretta di mano al Federico II va confermata e consolidata. Un compito che necessita di tempo, denaro, competenze, intuizioni vincenti, buona sorte.

©riproduzione riservata

 

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