Giorgio Marcellini ha raccolto le testimonianze, per il centenario, tra gli altri di Vittorio Galigani, Silvestro Baldacci e Domenico Servadio
SENIGALLIA, 14 Maggio 2021 – Sono passati quasi 40 anni dallo spareggio di Modena del 6 giugno 1982 che spezzò contro la Mestrina il sogno della promozione in serie C1 per la Vigor Senigallia.
Vigor Senigallia – Chieti
In occasione dei 100 anni dei colori rossoblù che cadono proprio nel 2021, Giorgio Marcellini – organizzatore del Comitato per le celebrazioni – ha raccolto le testimonianze di alcuni dei protagonisti di quel periodo d’oro, come il direttore sportivo Vittorio Galigani, che poi spiccò il volo dalla Vigor al Milan.
“Peccato che quella stagione sia finita con la beffa di Modena – spiega l’ex diesse, ora molto attivo su internet come opinionista ma anche nello staff del Taranto, città dove vive da 25 anni – ma il campionato lo perdemmo pareggiando a Conegliano Veneto. A Senigallia portai diversi giocatori in una squadra già forte: i rocciosi difensori Ciccone dall’Avezzano e Baldacci dal Città di Castello, ma che avevo avuto a Perugia, così come il centrocampista Bettelli, preso dal Siena. Dall’Avezzano arrivò pure Ennas. Poi un portiere, D’Arsiè, dallo Spezia, per coprire le spalle a Di Jorio. Quindi Pezzuoli, centrocampista dal Francavilla, voluto da mister Rocchi. Durante il torneo al mercato di riparazione un altro centrocampista di grande livello, Mugianesi dalla Cremonese in serie B e un attaccante, Nemo, dalla C1 di Campobasso”.
Domenico Servadio
Proprio Silvestro Baldacci, ora 62 anni, nato a Pescara ma cresciuto nel Perugia (città dove ora vive), vigorino dal 1981 al 1985 (128 presenze e 2 reti, di cui uno, nella foto, in mezza rovesciata contro il Chieti al Comunale), ha ricordi limpidi: “a Senigallia ritrovai il mare di Pescara, alla mattina andavo a Pescare i cannelli alle 5.30.
Mi vengono in mente battaglie incredibili nei derby con Anconitana e Jesina, mentre a Modena doveva proprio andare male: prendemmo il gol in 10 perché a me era uscita una scarpa ed ero fuori dal campo a rimetterla. Ennas inoltre prese il palo subito dopo aver incassato lo 0-1. Doveva andare male, ma è un orgoglio per noi che a Senigallia, a distanza di quasi 40 anni, in tanti si ricordino ancora di quel gruppo, che era molto unito. Mi piace ricordare Adriano Trevisan, attaccante che giocò con noi l’anno dopo e che è scomparso prematuramente”.
Il capitano della Vigor di Modena era Stefano Fabbri, ma un leader nello spogliatoio, come lo stesso ex difensore ha ricordato, era Domenico “Mimmo” Servadio, grande protagonista già l’anno prima (1980-81), quando la Vigor vinse il campionato di serie D.
“Eravamo davvero un gruppo unito – ricorda il difensore – Io arrivai a Senigallia dalla Fermana, ma avevo giocato ancora prima nel Fano dove il diesse era il senigalliese Enrico Maria Rossi. Ricordo la partita di Viadana, dove marcai Boninsegna e fu una bella battaglia. A Modena piansi, per l’unica volta in vita mia: al ritorno in autogrill incontrammo i tifosi che ci consolarono dopo la sconfitta. Emozionante”.
Purtroppo andò male, benché “avessimo fatto di tutto per vincere – come sottolinea l’allora segretario Marco Minardi, entrato nella Vigor già nel 1968 sotto la presidenza Bolognesi – Il calcio mi ha dato tanto (poi anche serie A al Torino) e ho incontrato dirigenti indimenticabili come Dario Sangelatoni, uno che aveva davvero la Vigor nel cuore. Un grande appassionato, come i tifosi Cafiero Vignoli e Dino Negrini, fondatori del Club Rossoblù, sempre presenti. Tra i giocatori vigorini mi piace menzionare Giorgio Gambin (alla Vigor l’anno dopo Modena, 1982-83): aveva giocato ad alti livelli, discutere con lui di calcio era molto stimolante”.
Nella foto gli acquisti della Vigor 1981-82: da sinistra in alto Ciccone, Pezzuoli, Bettelli, Nemo. Da sinistra in basso Mugianesi, Ennas, D’Arsiè, Baldacci.
Andrea Pongetti
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