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Calcio

CALCIO DILETTANTI / Il bel tacer non fu mai scritto

Dal Palazzo si da l’impressione che non si percepisce fino in fondo la drammaticità della situazione. Per ritornare a giocare l’indice di contagio dovrà essere pari a zero

JESI, 4 aprile 2020 – Lo avevamo scritto e titolato, lo ripetiamo a distanza di poche settimane: a certe aspettative il silenzio è la risposta più adeguata.

Qualcuno vuol ripartire e qualcuno che conta, addirittura, vuol far ripartire tutto fino alla Terza Categoria compresa.

Parliamo ovviamente del calcio dilettanti.

Giorni fa avevamo messo insieme la chiusura ufficiale della pallacanestro, determinata dalla Federazione Italiana Pallacanestro, dalla serie B fino a tutto il settore giovanile, i dilettanti insomma, con la Lega Nazionale Dilettanti del calcio dove molti dei suoi dirigenti, soprattutto nazionali, che siedono nelle varie stanze dei bottoni, sembrano fare a gara a chi la indovina prima: la data di ripartenza, ovviamente.

Ci eravamo anche interrogati circa la curiosità e il piacere di conoscere come questi personaggi pensino di portare a compimento questa stagione prima dell’estate qualora, come tutti si augurano ed auspicano, si possa ritornare in breve tempo alla vita normale.  

Puntualmente, nelle ore scorse, abbiamo letto tutto ed il contrario di tutto.

Avventurarsi ad immaginare in un periodo in cui continuano a morire decine e decine di persone, si fatica veramente a capire certe dichiarazioni.

In un momento in cui a Jesi, ad esempio, la Marina Militare ha messo in piedi nelle ultime ore un imponente ospedale mobile da campo per far fronte evidentemente a giornate che devono venire e che si preannunciano molto difficili, a dimostrazione e conferma che siamo ancora nel pieno di un’emergenza sanitaria, sembra davvero immaturo e poco intelligente il solo parlare di ripresa dei campionati di calcio, dove molti giocano per divertimento, e che fra un mese e mezzo circa si possa tornare in campo.

Eppure dai ‘salotti’, dove probabilmente ancora non si è percepita fino in fondo la drammaticità del presente qualcuno continua a parlarne e sembra addirittura credibile e convincente.

Dal Palazzo si da l’impressione che vivano un altro mondo.

Ancor ieri, nel bollettino quotidiano delle 18, il capo della Protezione Civile Borrelli ha invitato tutti a stare in casa.

Eppure qualcuno parla di date e come completare la stagione a giugno, luglio, agosto, al mare, in montagna.

Il tempo del Covid_19 vuole silenzio, assenza nelle strade, figuriamoci se si può solo immaginare di ripartire creando illusioni.

Illusioni a chi? La gente è consapevole della situazione che vive: c’è chi piange parenti e conoscenti, c’è chi soffre con qualche congiunto ospedalizzato e che non può nè assistere nè vedere, c’è chi non può tornare a lavorare per guadagnare denaro per se e per la sua famiglia.

Figuriamoci se può pensare a ritornare ad allenarsi perchè il vertice del Calcio Dilettanti pensa di far ritornare tutti a giocare.

Abbiamo in questi giorni, nella nostra quotidiana rubrica ‘foto ed idee’, raccolto testimonianze dirette di chi ancora è protagonista diretto – allenatori o giocatori che siano dalla serie D alla Terza Categoria – e tutti, indistintamente, non ci pensano proprio di ritornare a giocare e nessuno si interroga come e quando finirà il campionato sospeso.

Allora è meglio tacere! Fatelo per tutti i tesserati.

Al tempo stesso, invece, quando la situazione non sarà così drammatica, le soluzioni da adottare dovranno già essere scritte e ben precise. E se la soluzione A non sarà praticabile ci dovrà subito essere la soluzione B.

E’ il tempo insomma delle scelte coraggiose e degli interventi concreti ed efficaci perchè la questione non è stabilire se e quando i campionati ripartiranno ma capire quante società saranno in grado di farlo. Il rischio potrebbe essere che per mancanza di club, e di conseguenza di squadre, anche l’Eccellenza potrebbe diventare Interregionale, altro che ripartenze!

Su questo si dovrebbe lavorare ma è notorio che serve un Governo del calcio autorevole che purtroppo non c’è, o almeno da l’impressione di non esserci.

Per ritornare a giocare è ovvio che l’indice di contagio dovrà essere pari a zero e noi abbiamo capito che, al momento, sarà già una conquista ritornare solo a rivedersi.

Chi può e deve allora, nel mondo del calcio di casa nostra, abbia il coraggio e la capacità di mettere la parola fine a tutte le chiacchiere. E quando le condizioni lo consentiranno se ne riparlerà!

Evasio Santoni

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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